Roberto Bracco nacque a Roma il 27 maggio del 1915, quarto figlio maschio di una giovane coppia che viveva in modeste condizioni economiche; la madre morì a 33 anni e lui a 11 anni cominciò a lavorare preferendo lasciare gli studi. Tuttavia, impiegato presso una nota libreria antiquaria di Roma, coltivò letture e amicizie che gli permisero di dotarsi di una buona cultura da autodidatta. Intorno ai 17 anni (marzo 1932), mentre attraversava una crisi esistenziale piuttosto significativa, una donna di umili condizioni che prestava servizio per alcune ore al giorno in casa sua, gli annunciò l’Evangelo; le semplici parole ascoltate gli sembrarono utili a dare risposte alle molte domande che affollavano la sua mente e così chiese di poter conoscere l’indirizzo del luogo dove si radunavano le persone come lei. L’incontro fu decisivo: si convertì e cominciò il suo cammino nel mondo pentecostale. Ma di lì a qualche anno le avverse condizioni politiche e sociali che scatenarono la persecuzione contro i pentecostali in Italia (1935-1943) misero alla prova la forza e la saldezza della sua conversione; una prova dalla quale uscì più che temprato: innumerevoli arresti, diffide, rimpatri e processi ne fecero uno dei predicatori più significativi e un punto di riferimento sicuro per tanti altri in quegli anni difficilissimi, nonostante la giovane età. Diventò una delle anime della resistenza passiva che i pentecostali attuarono in quegli otto anni eroici nei confronti del regime fascista, tanto da essere definito dai funzionari governativi un “irriducibile pentecostiere che svolge attività contrarie al regime”.
Il suo impegno nel ministero cristiano fu rivolto in varie direzioni; nel mondo pentecostale fu pastore, insegnante, predicatore itinerante, scrittore e cronista. Un impegno poliedrico e complesso che lo portò a fare anche scelte a volte dirimenti dal punto di vista ecclesiastico in nome di una libertà spirituale che rivendicò sempre con decisione quando, a suo avviso, la vedeva messa in discussione. Così, nel 1943 lasciò la chiesa di Domenico Zaccardi che rappresentava l’ala più rigorista e intransigente del pentecostalesimo italiano per aderire all’altra chiesa pentecostale di Roma (1945) che poi avrebbe avuto un ruolo determinante nell’avviare il processo che portò alla creazione delle Assemblee di Dio in Italia; a questo processo Bracco partecipò attivamente dando un contributo significativo. In questa chiesa rimase fino al 1960; da quell’anno in poi i suoi rapporti con le ADI furono altalenanti perché aprì un nuovo locale di culto in via Prenestina e poi una vera e propria chiesa indipendente denominata ‘Assemblea Cristiana Evangelica’ in via Anacapri: entrambe a Roma. Come tutti i pionieri e i fondatori di opere, Bracco era insofferente rispetto alle regole troppo rigide e agli schemi ecclesiastici dove necessariamente in qualche caso prevalevano calcoli politici o di convenienza circostanziale. Era uno spirito libero che, sia pure con qualche contraddizione, ben rappresentava l’anima intraprendente e anticonformista del pentecostalesimo delle origini.
Nonostante l’attaccamento a concetti-guida fondamentali del mondo pentecostale, come la guida dello Spirito e la fiducia nel suo intervento in ogni situazione, Bracco capì e sostenne l’importanza della formazione caldeggiando la fondazione della prima scuola biblica pentecostale in Italia (1954) per la formazione dei pastori e di quanti volevano impegnarsi nel servizio cristiano; ne fu il direttore per undici anni. Fondò e diresse, dal 1946 al 1949, il primo periodico pentecostale in Italia (Il Risveglio Pentecostale); inoltre, fondò la casa per anziani ‘Bethel’. Scrisse molti libri e opuscoli che affrontavano i temi più diversi in concomitanza con le esigenze del momento. Alcuni conservano ancora oggi una sorprendente attualità per la lucidità delle analisi, altri rimangono inevitabilmente consegnati al momento storico in cui furono concepiti e alla mentalità che vi si malcelava dietro. Altri, invece, costituiscono fonte preziosa per la cronaca e la ricostruzione di momenti di storia pentecostale avendo consegnato alla memoria fatti e notizie difficilmente reperibili in altro modo.
Negli ultimi anni della vita la sua attenzione fu rivolta al mondo pentecostale che era cresciuto fuori dal circuito delle ADI e di cui per tanti anni lui non aveva avuto notizie fondate; fu questo interesse che lo portò in contatto prima con le Congregazioni Cristiane (l’ala pentecostale che non aveva accettato il modello ADI nel dopoguerra) e poi con quel movimento che nel 1983 a Massafra (TA) avrebbe dato vita al Raduno dei Ministri Pentecostali, primo nucleo di quel processo che molti anni dopo condurrà alla creazione della Federazione delle Chiese Pentecostali. A quella riunione avrebbe dovuto esserci anche lui, ma non fece in tempo perché a Roma il 25 luglio del 1983 il suo cuore che tanto generosamente lo aveva sostenuto in mille battaglie cessò all’improvviso di battere.
Bracco è stato modello e punto di riferimento per generazioni di pastori e predicatori pentecostali; tutt’oggi il suo nome viene pronunciato con rispetto e ammirazione anche da chi non sempre ha condiviso le sue scelte e il suo pensiero. La chiesa che lui aveva fondato in via Anacapri oggi è ubicata in via De Chirico dopo aver costruito una bella struttura su un’area concessa dal comune di Roma a seguito di una richiesta fatta molti anni prima dallo stesso Bracco; è curata dal past. Agostino Masdea ed è membro della Federazione.
a cura della segreteria FCP