Il nuovo presidente dell’Alleanza Evangelica Italiana è Giacomo Ciccone. L’Assemblea federale, riunita a Roma il 20 aprile, lo ha eletto ad ampia maggioranza confermando nel contempo Leonardo De Chirico come vice-presidente e Gian Piero Marussich come segretario generale. Ciccone succede al pastore Roberto Mazzeschi che è stato presidente dal 2002 al 2013. Prima di procedere alle votazioni, l’Assemblea ha approvato un piano programmatico per il prossimo quadriennio che prende le mosse dal patrimonio inestimabile fatto di valori biblici, di identità spirituale, di storia secolare, di collegamenti internazionali, di servizi resi al popolo evangelico, che l’Alleanza porta in dote al popolo di Dio. Sta ora alla nuova presidenza interpretare i piani di sviluppo sempre incardinati sugli appuntamenti consolidati dell’AEI (Settimana di Preghiera, Domenica della Memoria, Giornata di preghiera per la chiesa perseguitata) e attenti ai temi classici dell’Alleanza (unità, preghiera, libertà religiosa, missione, ecc.).
L’elezione di Ciccone rappresenta un movimento in avanti in continuità con quanto seminato e realizzato durante gli anni precedenti e nella linea storica dell’Alleanza. Nel presentarlo all’Assemblea, Mazzeschi si è rallegrato che l’Alleanza potesse contare su un ricambio giovane e affidabile. Pescarese di 40 anni, sposato e padre di una bimba, tecnico informatico attualmente impiegato nel settore petrolifero, diacono nella chiesa “Centro cristiano Il Buon Samaritano” di Pescara, Ciccone è da tempo impegnato nelle iniziative dell’Alleanza, soprattutto legate a progetti in ambito culturale e sociale. A margine dell’Assemblea, lo abbiamo incontrato per una breve intervista.
Giacomo, sappiamo che provieni da una famiglia evangelica storica. Come hai conosciuto il Signore?
Provengo da una famiglia abruzzese che professa la fede evangelica da più generazioni. La cerchia di parenti ha visto diverse persone impegnate nell’opera di Dio sia nel Movimento delle Assemblee di Dio, sia in altre opere evangeliche pentecostali. Fu una tragica vicenda famigliare l’evento utilizzato dal Signore per irrompere definitivamente nel mio cuore. Da lì iniziò un cammino di crescita nella fede che è tuttora in corso.
Quali esperienze di servizio hai avuto nella tua vita?
Sempre tenendo centrale l’impegno nella chiesa locale, ho collaborato con alcune opere evangeliche. Nei primi anni 2000 io e mia moglie ci siamo dedicati ad alcuni piccoli progetti evangelistici nel nord Africa che ci portarono ad andare in Marocco per tre volte in un triennio e ad aprire diversi contatti nel Mediterraneo.
Puoi parlarci del tuo impegno nell’Associazione Controcorrente di Pescara?
Dal 2004 mi sono dedicato, insieme ad altri credenti di Pescara, alla costituzione dell’Associazione culturale Controcorrente, della quale ancora oggi sono tesoriere. L’associazione ha il privilegio di organizzare attività culturali, artistiche, a partire da una prospettiva evangelica, ma con una grande apertura verso la società. Con questo obbiettivo essa gestisce anche una libreria evangelica indipendente a Pescara aperta da oltre 9 anni. Un piccolo presidio di testimonianza cristiana nel cuore della città. Spesso gli eventi hanno visto una collaborazione con l’AEI e sono stati occasione del mio coinvolgimento nel Distretto Centro-Sardegna.
Molto apprezzato è stato anche il tuo lavoro in seguito al terremoto in Abruzzo nel 2009.
In effetti, insieme ad alcuni leader di chiese evangeliche locali, abbiamo promosso la nascita di Co.Ev.Em.A. Onlus, un’organizzazione che si è occupata del terremoto ma anche di altri progetti in collaborazione con altre organizzazioni: Mediterraneo, Cooperazione Internazionale. La Onlus ha recentemente donato al Comune di Tossicia (TE) un centro socio-culturale.
Mi entusiasma innanzitutto la sua vocazione orizzontale, all’interno del popolo di Dio e da esso verso la società. Mi entusiasma il fatto che l’Alleanza Evangelica può essere uno strumento di verità e amore verso l’arena pubblica fino a promuovere concretamente il bene della città. Mi entusiasma il fatto che l’unità evangelica, che è fatta propria dall’Alleanza, è una realtà da scoprire e non qualcosa da costruire umanamente, in modo artefatto. Trovo appassionante che la fede evangelica dia delle indicazioni per vivere cristianamente in ogni dimensione della vita umana senza omissioni e senza tabù. Quindi trovo rilevante che gli Evangelici possano dare risposte utili non solo per la vita dei singoli, ma anche per il bene della comunità italiana. Non si tratta però di un risultato acquisito in partenza, ma del percorso che il Vangelo ci chiede di intraprendere nella piena fiducia in Dio che è il vero autore di ogni risposta vera.
Quali sfide vedi all’orizzonte per il tuo mandato?
Nell’immediato quello di interpretare il ruolo in continuità. L’azione dell’Alleanza sarà efficace solo se si configurerà come prolungamento dell’enorme lavoro già fatto fino ad ora. Non mi piace per nulla vedere cristiani pensare di ricominciare sempre tutto da capo. Come affermò Roberto Bracco nel 1965 in una predicazione su Matteo 25, bisogna moltiplicare il frutto mantenendo il capitale di quello che il Signore ci ha già dato. Un’altra sfida è certamente quella di consolidare l’autorevolezza dell’AEI quale interlocutore serio e rappresentativo dell’evangelismo italiano. In questo modo si potrà incrementare ulteriormente l’adesione all’AEI e favorendo il dialogo con tutte le famiglie dell’evangelismo per promuovere la fede evangelica e la comune testimonianza.
Roma, 20 aprile 2013